«L’eristica (dal greco erìzein, ossia battagliare a parole) è l’abilità retorica impiegata al solo fine di persuadere per vincere a tutti i costi nelle discussioni, ossia confutando le affermazioni dell’avversario con ogni mezzo, senza aver riguardo alla loro intrinseca verità o falsità, giacché su qualsiasi argomento sarebbe infatti possibile sostenere -secondo gli eristi- almeno due contrapposte tesi, che i greci definivano appunto dissòi lógoi, ossia “ragionamenti duplici”.
Se così è, natura eristica deve allora attribuirsi all’attività difensiva dell’avvocato, il cui scopo particolare non è infatti ricercare la verità storica del fatto bensì sostenere e difendere la tesi del proprio cliente, nel (mero) rispetto dell’art. 88 cpc, il cui generico dovere di lealtà e probità fu infatti sostituito, nella formulazione definitiva del codice, all’obbligo di dire la verità che il progetto Solmi aveva sancito per parti e difensori con la previsione di una sanzione pecuniaria in caso di inosservanza»
Juri Rudi, Le tecniche persuasive dell’avvocato (conoscerle, applicarle, difendersene), pagg. 6-7.
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