Arbitrato rituale o irrituale: secondo la Corte d'Appello di Firenze non si può andare avanti così

Lo stabilire se una clausola compromissoria preveda un arbitrato rituale o irrituale è un eterno stucchevole dilemma, giacché risulta obiettivamente impossibile accertare ex post quale fosse stata la reale intenzione dei contraenti, i quali infatti spesso se non sempre ignorano le differenze tra i due tipi di arbitrato e perciò “non sapevano quello che volevano” allo stesso modo di come un bambino mandato a comprare dell’olio ignora che esiste quello di semi e quello di oliva. Ad ogni modo, sebbene non si possa andare avanti così, la differenza consiste in ciò: l’arbitrato rituale persegue un fine di giustizia, mentre quello irrituale può risolversi in una sorta di ordalia rimessa al caso (inteso, nel medioevo, come volontà divina), ossia una specie di sorteggio il cui esito è come fatto dipendere da una passeggiata a piedi nudi sui carboni accesi che l’arbitro irrituale potrebbe pur sempre accettare di compiere sapendo quanto gli frutta il suo mandato.
Corte d’Appello di Firenze, Giud. Est. Occhipinti – Pres. Rados, sentenza del 5 ottobre 2007
(in Riv. arb., 2008, 371 ss., con nota di E.Occhipinti)

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